Prende il via la “Rete Italiana per la Salvaguardia e Valorizzazione delle Feste di Sant’Antonio Abate”. Lo scorso mese di marzo le comunità patrimoniali di Campobasso, Collelongo (L’Aquila), Fara Filiorum Petri (Chieti), Macerata Campania (Caserta), Novara di Sicilia (Messina), Novoli (Lecce), Pedara (Catania) e San Mauro Forte (Matera), unite nel segno di Sant’Antonio Abate, hanno dato vita all’importante progetto.
Da Nord a Sud Italia, Sant’Antonio Abate – chiamato in loco Sant’Antuono – riveste una grande importanza nella cultura del nostro Paese. Ricordato nel Calendario dei Santi il 17 gennaio, è festeggiato con grande devozione ed è posto alla protezione degli animali. Dal fuoco, al cibo di festa per poi passare alla musica primigenia eseguita dai bottari, sono tante le tradizioni legate al culto di Sant’Antonio.
La Rete, come un laboratorio culturale a tutto campo, si prefigge di operare nel campo della salvaguardia e della valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale immateriale, della promozione dei diritti culturali, della protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali, portando a conoscenza delle comunità i principi della Convenzione UNESCO del 2003 e della Convenzione di Faro sul Valore del Patrimonio Culturale, recentemente ratificata dallo Stato Italiano.
I lavori di costituzione della Rete sono partiti lo scorso 16 gennaio 2021, con un evento online su YouTube, che ha visto tra l’altro la partecipazione della Regione Campania, della “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara”, del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo e della Provincia di Caserta, con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.
Alle comunità di Campobasso, Collelongo e Macerata Campania è affidato il coordinamento su base subnazionale, nazionale e internazionale, mentre su base regionale abbiamo Fara Filiorum Petri per l’Abruzzo, San Mauro Forte per la Basilicata, Macerata Campania per la Campania, Campobasso per il Molise, Novoli per la Puglia e Pedara per la Sicilia.
La Rete è aperta all’inclusione di tutte le Comunità patrimoniali italiane che contribuiscono in modo attivo e consapevole alla salvaguardia e alla valorizzazione degli elementi che caratterizzano i festeggiamenti in onore del Santo eremita, che nella loro unicità rappresentano una parte significativa del patrimonio culturale immateriale dell’Italia e del mondo intero.
Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, riconosce in questa iniziativa delle comunità festive «un importante esempio di condivisione a supporto di una crescita della consapevolezza del valore culturale del patrimonio che viene salvaguardato e trasmesso da tutte le comunità coinvolte, a cui l’Istituto potrà garantire tutto il supporto necessario».
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