Il 17 gennaio è il primo giorno di carnevale e così come in moltissimi luoghi d’Italia anche a Campobasso si festeggia accendendo un grande falò, sul sagrato della chiesa dedicata a Sant’Antonio abate.
Proprio in questo luogo durante la mattinata, avviene la benedizione degli animali. Sant’Antonio, infatti, spesso raffigurato con un maialino, è il protettore degli animali domestici e da cortile.
La festa, tra le più amate dai campobassani, richiama nello storico quartiere un gran numero di persone che si affollano attorno al grande fuoco, partecipano ai canti popolari e alle “maitunate” e mangiano i piatti della tradizione. In ogni casa, infatti, Sant’Antonio viene festeggiato anche a tavola dove non possono mancare cavatelli con il sugo di carne di maiale (ovvero una pasta fatta in casa con semola di grano duro, cavata a mano, condita con sugo in cui sono cotte le “tracchiulelle”, le costolette di maiale).
Da molti anni ormai, nei locali della parrocchia, gruppi di volontari, in particolare gli scout, preparano i cavatelli al sugo, le fave lesse e la salsiccia arrosto, tutto accompagnato da buon vino rosso.
Tra le specialità culinarie, tipiche della tradizione campobassana, c’è anche l’abatina, una salsiccia dalla forma schiacciata condita con aromi particolari che deve il suo nome al sacerdote – l’«abate» appunto – che all’inizio del ‘900 era parroco della chiesa e che amava molto questa ricetta.
Non può poi mancare una visita alla statua del Santo che, dopo la processione per le strade del quartiere, viene esposta all’interno della chiesa. La chiesa di Sant’Antonio abate, sorta nel XVI secolo, era sede della Confraternita di Sant’Antonio. È tra le più belle e ricche di Campobasso: all’interno vi sono cinque altari barocchi con dipinti di scuola napoletana, statue cinquecentesche e l’organo a canne più antico della città; sul soffitto vi è un grande dipinto del maestro campobassano Amedeo Trivisonno.
In passato durante il giorno si tenevano anche gare di corsa con i cavalli che per l’occasione venivano bardati e decorati. Inoltre pare che uno dei piatti consumati durante il giorno fosse il gallo con la bietola. Un antico proverbio, infatti, recita «’N Sant’Antuone le jete che ru ‘alle, ‘n Sant Paule checoccia e farenata» ovvero che nel giorno di Sant’Antonio si mangiano le bietole con il gallo e a San Paolo la zucca con la polenta.
La devozione al Santo in passato era davvero forte tra i campobassani. Ciò è dimostrato anche dal fatto che uno dei tredici Misteri che sfilano nel giorno di Corpus Domini è dedicato a Sant’Antonio abate. I Misteri sono 13 macchine processionali portate a spalla, ideate e realizzate nella metà del XVIII secolo dallo scultore campobassano Paolo Saverio Di Zinno.
I Misteri sono costituiti da basi di legno sulle quali sono applicate strutture in ferro dove vengono posizionati figuranti, per lo più bambini, che rappresentano scene della vita di santi o figure sacre della cristianità. I Misteri, o “Ingegni”, vengono portati a spalla in processione e il passo cadenzato dei portatori, facendo oscillare le strutture, crea l’illusoria sensazione che i figuranti stiano volando sulle teste degli spettatori.
Il sesto Mistero è proprio quello dedicato a Sant’Antonio abate ed è uno dei più amati dal pubblico: rappresenta le tentazioni subite dal Santo ad opera di diavoli presenti sia nella forma consueta (al di sopra e al di sotto del Santo) sia sotto le sembianze di leggiadra donzella. Ai lati del Santo sono presenti due angeli che portano in mano, rispettivamente, un libro su cui arde una fiamma e un bastone con un campanello.
Dove e Quando
- Via Sant'Antonio Abate, 86100 Campobasso CB
- 17 gennaio
Info
- Comune di Campobasso
- Piazza Vittorio Emanuele II, 86100 Campobasso CB
- https://www.comune.campobasso.it
Foto
Video
La festa di Sant’Antonio Abate a Campobasso nei servizi di Telemolise (rubrica “Viaggio in Molise” puntata 5378 anno 2018 e TG Molise 18/01/2020).
Sant'Antonio Abate a Campobasso
Sant'Antonio Abate a Campobasso
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Contenuti della pagina a cura di:Antonio Vinciguerra