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Troina festa di luglio 35

Festa di Sant’Antonio Abate a Troina

La festa di Sant’Antonio Abate a Troina, in provincia di Enna, viene svolta il 16 e 17 gennaio, seguendo il rito liturgico ed è caratterizzata dall’accensione dei “Pagghiara” (falò) in onore del Santo la sera del 16 gennaio. La settimana a cavallo del 13 luglio seguono i solenni festeggiamenti in onore del Sant’Antonio Abate con l’uscita della reliquia e del simulacro del Santo.
Le origini del culto e della festa di Sant’Antonio Abate a Troina (Enna) sono antiche in quanto la devozione e la festa religiosa del Santo esistevano da molto tempo prima della erezione della locale Confraternita. La festa veniva celebrata solamente il 17 di gennaio con diverse funzioni religiose e i tradizionali “Pagghiara” (falò) nei vari quartieri del paese.
La devozione per Sant’Antonio, e l’economia agricola del paese testimoniano la nascita della Confraternita di Sant’Antonio Abate a Troina nel 1946, che decise di dare i dovuti omaggi al proprio Santo con l’organizzazione di particolari festeggiamenti.
Le prime attestazioni della devozione di Sant’Antonio a Troina risalgono al 1562 dove da un manoscritto Liber Rubeus si attesta la presenza dei frati Antoniani presso l’abbazia di Sant’Antonio di Vienna situata nella contrada che porta il nome del Santo. Altri autori e storici locali ne parlano in altri testi come: Memorie paesane ossia Troina dai tempi antichi sin oggi (Catania 1901), di Mariano Foti Giuliano; Manoscritto settecentesco del cappuccino frat’Antonino da Troina; Ricognizione generale dei Monumenti antichi della Città di Troina del 1955 dell’avv. Vincenzo Squillaci.
Il De Ciocchis attestava che nel 1743 i padri basiliani di Troina nell’abbazia di San Michele Arcangelo conservavano in un reliquario argenteo una reliquia di Sant’Antonio Abate, ma purtroppo oggi non si sa che fine abbia fatto.

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Simulacro di Sant'Antonio Abate conservato a Troina (Enna)
La Confraternita Sant'Antonio Abate di Troina: origini e storia

La Confraternita nasce a Troina come frutto di una devozione e di un culto già presente e radicato nel territorio. L’origine della confraternita è legata ai nomi di Bentivegna Silvestro, Barbirotto Salvatore, Ruberto Salvatore e Landolfo Giuseppe. Costoro presentarono domanda di ammissione alla confraternita di S. Sebastiano nella seduta del 20/01/1946, la quale per rifiutare indirettamente tale domanda, propose per la loro ammissione delle condizioni finanziarie veramente eccessive ed inaccettabili.
Nella delusione di non avere potuto trovare ospitalità in quella confraternita, venne loro la felice idea di fondare, forse con minori sacrifici finanziari, una nuova confraternita.
All’inizio si pensò di intitolarla a S. Lucia, con sede nell’omonima chiesa, ma tale proposta incontrò la resistenza del clero, e l’allora Arciprete Silvestro Siciliano, accolse con piacere la proposta di intitolare la nuova confraternita a SANT’ANTONIO ABATE e avere come sede la chiesa di S. Caterina, dove c’era un altare con una tela del ‘700 dedicato a Sant’Antonio. La proposta fu accolta con favore per la grande devozione e venerazione che Sant’Antonio aveva nel paese e anche per la centralità della chiesa di S. Caterina presente a Troina già nell’età tardo rinascimentale nel popoloso quartiere di S. Basilio. L’Arciprete Siciliano, soprattutto in vista del bene spirituale che gli iscritti ne avrebbero potuto ricevere, in previsione dei vantaggi che la chiesa di S. Caterina ne avrebbe potuto avere e nel desiderio di incrementare ed accrescere il culto di Sant’Antonio Abate, la cui devozione nel paese era molto sentita, invia una lettera al vescovo dicendo: “le persone che ne faranno parte, sono in massima parte di buon popolo, desiderosi di ricevere e fare del bene e suscettibili di un miglioramento spirituale e di una vita sempre più cristiana” […] “Sant’Antonio Abate viene invocato nei continui bisogni e pericoli del bestiame, fu largo di favori ed agevolazioni, la sua festa viene celebrata in diverse parti del paese”.
A tale lettera si affianca quella di Padre Antonino Fiumefreddo che incoraggiava il Vescovo a favorire la fondazione della nuova confraternita di Sant’Antonio dimostrando una forte devozione al Santo per il fatto di avere ricevuto personalmente una grazia. L’arciprete Siciliano preparò lo statuto e presentato un elenco di circa 26 famiglie che volevano aderire alla confraternita, il 26 maggio 1946 sua Ecc. Mons. Pio Giardina, vescovo di Nicosia emanava la bolla di fondazione della confraternita di SANT’ANTONIO ABATE in Troina. Per la devozione che aveva dimostrato venne nominato Cappellano P. Antonino Fiumefreddo che ha ricoperto tale incarico fino al 1993, quando è stato sostituito con l’attuale Cappellano Padre Salvatore Chiavetta.
Nonostante il periodo post bellico di forte ristrettezza economica e di profonde trasformazioni sociali, economiche, politiche ed istituzionali, si diede inizio ai lavori di costruzione della cappella cimiteriale e il numero degli iscritti aumentava in maniera esponenziale, tanto che nel 1949 si contavano già 341 confrati.
I soci fondatori versarono come quota d’ingresso (paravanti) la cifra di £. 1600, mentre i nuovi soci pagarono £. 35000.
Lo statuto della confraternita dava un’assoluta centralità alla chiesa e soprattutto alla curia vescovile, tutto era diretto e controllato dall’ordinario diocesano attraverso il Cappellano dallo stesso nominato. Le varie regole erano frutto degli usi, dei costumi, delle credenze popolari e dell’organizzazione sociale del tempo.
La confraternita, con le sue varie manifestazioni caratterizzava l’agire quotidiano dei confrati, che con orgoglio manifestavano l’appartenenza ad essa. Qualsiasi azione sociale e folkloristico-religiosa faceva capo alla confraternita che ormai rappresentava una istituzione radicata nel territorio che accompagnava il confrate in tutte le fasi della sua vita cioè “dalla culla alla tomba” . Infatti, ogni aspetto della vita sociale e religiosa del confrate era minuziosamente e rigorosamente regolamentato con tutta una serie di obblighi, riti e tradizioni che oggi sembrano assurdi, ma che allora avevano una certa considerazione. Lo statuto ed il regolamento interno prevedevano una serie di obblighi religiosi e sociali (anche particolari) che se trasgrediti comportavano delle sanzioni pecuniarie e disciplinari quali la sospensione e nei casi più gravi l’espulsione. Ad esempio c’era l’obbligo per il confrate di partecipare al funerale di un confratello e per consuetudine, il confrate vicino di casa del defunto doveva suonare la campana nella chiesa di S. Caterina e doveva portare la bandiera nera durante il corteo. Era previsto il pagamento della multa per ritardi nel pagamento delle quote annuali e per le contribuzioni, per assenza alle riunioni, per mancata segnalazione della nascita dei figli e del matrimonio. Il carattere religioso della confraternita imponeva ai confrati anche delle prescrizioni di carattere spirituale quali quelli della partecipazione alle quarantore il mercoledì santo alla Matrice per l’adorazione del SS. Sacramento, la partecipazione alle varie processioni ed in particolare quella del Corpus Domini e di Sant’Antonio Abate, l’assenza a queste manifestazioni di fede era sanzionata con la multa, così come per la cosiddetta “fuitina”, i confrati che utilizzavano questa pratica dovevano pagare una multa ed erano costretti a sposarsi nella sagrestia nelle prime ore del mattino, colui che abbandonava il tetto coniugale era espulso dalla confraternita, così come colui che si macchiava di reati e colpe gravi come l’omicidio. L’appartenenza ad una confraternita comporta anche dei vantaggi – diritti, quali ad esempio quelli della fornitura del servizio funebre ed una degna sepoltura nella cappella cimiteriale di proprietà. Nei casi di suicidio, poichè contrario ai comandamenti cristiani, veniva negato il seppellimento nella cappella cimiteriale della confraternita e regolarmente venivano tumulati nel terreno vicino. Erano previste e lo sono ancora delle sanzioni per coloro che non utilizzano la cassa funebre fornita dalla confraternita e per coloro che non rispettano l’ordine di sepoltua. La prima amministrazione guidata da Bentivegna Silvestro (governatore) e Tornello Salvatore (segretario) restò in carica per ben 27 anni fino al 1972 e ad essi si deve lo sviluppo della confraternita e dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio.
Dal 1973 al 1981 la confraternita viene guidata da Agnello A. Giuseppe, poi nel 1982 fino al 1984 ritorna in carica il vecchio Governatore Bentivegna. Dal 1985 al 1990 il signor Ruggeri Alfio regge la confraternita e poi dal 1991 fino al 1996 viene eletto governatore Spoto Salvatore, dal 1997 è in carica l’attuale amministrazione. I primi tempi furono caratterizzati da intense riunioni e discussioni, per mettere a punto il regolamento interno; la costruzione della cappella cimiteriale, la sepoltura dei confrati; la realizzazione degli abiti processionali, del fercolo e per l’organizzazione della festa.
Il 25 agosto 1950 viene acquistato l’attuale simulacro di Sant’Antonio Abate scolpito a mano dallo scultore Cav. Ferdinando Demetz di ortisei della provincia di Bolzano, che viene sistemato nell’altare al posto della tela suddetta. Nel 1951 vengono realizzati gli abiti ed i vari oggetti processionali che vengono realizzati dal sig. Paolo Vasquez per un corrispettivo di £.31.600. La devozione per Sant’Antonio, e l’economia agricola del paese portarono alla nascita della confraternita che decise, agli inizi degli anni cinquanta, di dare i dovuti omaggi al proprio Santo con l’organizzazione di particolari festeggiamenti.
La prima processione di Sant’Antonio Abate a Troina risale al 26 agosto del 1951, così come nella domenica successiva risale la prima processione di S. Sebastiano organizzata dall’omonima confraternita. Nello stesso anno il consiglio comunale nella seduta del 20 maggio deliberava l’istituzione della fiera di luglio nei giorni 12 e 13 e su richiesta della confraternita del 16/09/51 tale fiera fu dedicata a Sant’Antonio Abate a seguito del visto prefettizio del 16 ottobre 1951. La prima fiera fu nel 1952 e da quella data risale la tradizione dei festeggiamenti di Sant’Antonio nel mese di luglio. Le prime due processioni furono effettuate con il fercolo di San Rocco in quanto l’attuale fercolo di Sant’Antonio venne completato nel 1953 ad opera di artigiani locali (Graziano Antonino e Messina Antonino), ad un costo di £. 325.000. Attualmente tale spesa sembrerebbe insignificante, ma a quei tempi rappresentò un imponente sacrificio finanziario per i confrati.
La confraternita, ha istituito la festa di Sant’Antonio non solo per orgoglio o per un obbligo statutario, ma soprattutto per mettere in risalto gli aspetti religiosi e sociali della confraternita.
Fin dall’inizio i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio furono caratterizzati dalla solennità con numerose funzioni religiose, fuochi d’artificio, illuminazioni artistiche, spettacoli musicali, lotterie di beneficenza e una fiera che si estendeva dal piazzale di S. Caterina fino alla Piazza Matteotti. Il fercolo era portato a spalla dai devoti e percorreva un tragitto più lungo e tortuoso di quello attuale poichè raggiungeva la piazza Conte Ruggero e scendeva sotto il campanile della chiesa Madre attraverso la via Papa Urbano per giungere nel popoloso quartiere di S. Rocco. La banda musicale suonava due giorni interi e la vigilia della festa dopo i vespri teneva il concerto in piazza di fronte la chiesa e la sera della festa al rientro della processione, presso le pendici della rocca di S. Pantheon, veniva accesso un fuoco pirotecnico e veniva sorteggiato un castrato, dopo pochi anni sostituito dalla vitella. La festa ebbe un rapido sviluppo testimoniato anche dalle note contabili presenti in archivio, infatti la prima festa costò £. 96.478 e già nel 1956 costava £. 247.785.
Dal punto di vista economico la festa veniva finanziata con la questua nei quartieri, con le offerte durante la processione, dal sorteggio, ma soprattutto dalle “prommisioni” cioè delle elargizioni di grano. Annualmente circa 12-13 quintali, veniva offerto dai contadini per ingraziarsi il Santo, che veniva posto in un angolo della chiesa per essere subito dopo rivenduto. Intense erano pure le manifestazioni religiose circa 10 preti e chierici partecipavano alle varie funzioni e venivano prenotate una cinquantina di SS. Messe. Le origini della festa di Sant’Antonio sono antiche in quanto la devozione e la festa religiosa del santo esistevano da molto tempo prima della erezione della confraternita. Essa veniva celebrata solitamente il 17 di gennaio con diverse funzioni religiose, sparo di mortaretti, questua per le campagne e i tradizionali “Pagghiara” (falò) per il paese, in particolare quello a San Basilio davanti la chiesa di S. Caterina e al borgo davanti la chiesa di S. Sebastiano. Si decise di organizzare i festeggiamenti in estate per la rigidità dell’inverno Troinese e per dare quindi maggiore solennità ai festeggiamenti.
Circa 220 confrati annualmente partecipavano con l’abito alla processione di Sant’Antonio e non solo, infatti, la confraternita partecipava anche alla processione del Corpus Domini, della Reliquia di S. Silvestro, del Cristo Risorto e massicciamente partecipava con l’abito ai riti della settimana Santa. Gli anni ’70 non rappresentarono un periodo felice, caratterizzati da un certo abbandono e disinteressamento nei confronti della confraternita. Le cause di questo cambiamento sono sicuramente da imputare alle profonde modificazioni in atto nella struttura economica, sociale e politica del paese che interessò soprattutto le nuove generazioni tra le quali prevalse un orientamento anticlericale.
Tale periodo ha determinato una forte disaffezione alla confraternita ed in particolare all’organizzazione della festa, che ha visto ridurre in maniera eccessiva la partecipazione dei confrati e ha determinato anche la fine di alcune importanti e belle manifestazioni religioso-popolare. Ciò fece sì che la massiccia presenza dei confrati fosse un bel ricordo, con la fine della partecipazione alle processioni della Reliquia di S. Silvestro e del Cristo Risorto e soprattutto ai riti della settimana santa. Ogni mercoledì santo i confrati (circa 200) si riunivano di mattina nella chiesa di S. Caterina per farsi il precetto pasquale, cioè confessarsi e poi salire in processione alla Matrice assieme alle confraternite di S. Silvestro e della SS. Annunziata per ascoltare la S. Messa e per fare l’adorazione del SS. Sacramento. Durante la precessione venivano cantati la Salve Regina ed altri canti popolari troinesi. oggi le “quarantore” si fanno di pomeriggio per agevolare i confrati che lavorano, ma nonostante ciò la partecipazione è alquanto modesta. Anche la festa di Sant’Antonio risentì di questa decadenza tanto che per fare la processione fu necessario un carro meccanico, in comproprietà con la confraternita di S. Giuseppe e di S. Rocco, e si giunse perfino a non fare la festa e la processione nel mese di luglio nei primi anni ’80. Dal 1984 iniziò un periodo di riorganizzazione e di risveglio della confraternita con un costante e continuo miglioramento della festa ed anche della partecipazione dei confrati dovuto soprattutto ad un interessamento delle nuove generazioni.
Attualmente diversi sono i giovani che lavorano e s’impegnano nella ripresa e divulgazione dei valori e delle tradizioni della confraternita, ottenendo importanti risultati quali ad esempio quello di fare la processione del Santo nuovamente a spalla, è stata ripresa la tradizione della benedizione degli animali, dei prodotti della terra. Nel 1997 vengono realizzati gli abiti dei paggi e viene realizzato il nuovo stendardo, nel 1998 è stato ultimato il restauro del fercolo e nel 2000 sono stati ultimati i lavori della chiesa di S. Caterina. La festa ha un ruolo primario nell’ambito delle attività della confraternita, poichè rappresenta il momento più intenso di comunicazione di idee e valori, attraverso espressioni che fanno parte del passato. Negli ultimi anni abbiamo cercato di solennizzare diverse ricorrenze e soprattutto abbiamo voluto esaltare i vari aspetti religiosi e folkloristici , ma anche culturali e sociali della festa e della confraternita, attraverso iniziative di solidarietà sociale, organizzando mostre e pubblicando opuscoli, si sono intrapresi scambi e si sono realizzati gemellaggi con diverse confraternite di Sant’Antonio della Sicilia. Oggi a Troina la devozione a Sant’Antonio è molto diffusa, e non solo, infatti la chiesa ha proclamato il 2006 anno Giubilare Antoniano organizzando il giubileo della chiesa in onore di Sant’Antonio e delle organizzazioni religiose che a Lui s’ispirano.
Ormai, per venire incontro alle mutate esigenze della popolazione, la festa si festeggia la settimana a cavallo del 13 luglio, rappresentando una delle feste più attese e apprezzate dell’estate troinese.

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Accensione della Pagghiara a Tronia (Enna) in onore di Sant'Antonio Abate
La Reliquia di Sant'Antonio Abate a Troina

Il 20 agosto 2006 sono giunte ad Aci Sant’Antonio (CT), su un velivolo dell’aeronautica militare, con volo diretto, da Nimes a Sigonella, le spoglie Mortali del Santo, nel contesto del Giubileo antoniano concesso da papa Giovanni Paolo II con Decreto della Penitenzeria Apostolica del 30 luglio 2004.
Grazie all’amicizia e alla manifestazione di fede che ci hanno contraddistinto in tale occasione, la comunità di Aci Sant’Antonio attraverso il parroco Don Vittorio Rocca, ha deciso di concedere una parte di tale reliquia alla comunità di Troina.
Nel Luglio del 2007 la Confraternita di Sant’Antonio Abate di Troina si prepara a ricevere la reliquia del Santo con una grande festa che coinvolge tutte le Confraternite di Troina. Si decide di accogliere la reliquia del Santo nella Chiesa madre di Troina situata in Piazza Conte Ruggero dove tutte le autorità Ecclesiali e Politiche della città rendono omaggio alle spoglie mortali del Santo che vengono messe dentro l’urna che vedete nella foto a fianco, all’arrivo della Reliquia tutti i Confaloni e Stendardi delle Confraternite vengono agitati al cielo per salutarne l’arrivo. Finita la cerimonia religiosa l’urna contenente la reliquia vengono portate nella chiesa di Santa Caternia che è la sede della Confratenita di Sant’Antonio abate.

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Un momento della festa di luglio a Troina (Enna) in onore di Sant'Antonio Abate

Dove e Quando

Info

Foto

Video

La processione di Sant’Antonio Abate a Troina (2019).

L’uscita del Santo dalla chiesa di Santa Caterina a Troina per la Processione annuale in Onore di Sant’Antonio Abate (2011).

  • Contenuti della pagina a cura di:
    Marco Dispinzeri
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