A Colli a Volturno, un piccolo paese della provincia di Isernia, la mattina del 16 gennaio diverse bande di cantori mascherati da frati si radunano in vari punti del paese e danno inizio a una questua itinerante che dalle frazioni (Cerreto, Valloni, Santa Giusta, Casali, Castiglioni) giunge, verso sera, al centro del borgo. Per tutta la durata della questua, nel chiedere denaro e beni alimentari alle famiglie, le bande intonano un’antica canzone di 13 strofe intervallate da un ritornello e accompagnata da chitarre, fisarmoniche sia diatoniche che cromatiche e vari strumenti a percussione.
Ogni gruppo è formato da tredici componenti, di cui dodici indossano il tipico saio scuro da frate (sostituiti spesso da abiti ricavati da sacchi di juta) e talvolta barbe posticce di stoppa. Ogni figurante svolge una diversa funzione, che è solitamente mantenuta nel corso degli anni: dall’accompagnamento musicale, allo sbandieramento dello stendardo con l’immagine del santo, alla raccolta delle offerte (trasportate in una cassa o in un sacco di juta), alla distribuzione dei santini ai benefattori e all’accudimento dell’asino, su cui siederà il santo. Un solo figurante, infatti, si distingue per un saio bianco con una grande croce che pende sul petto e il possesso di un bastone dall’estremità ricurva a cui è legata una campanella: l’interprete di Sant’Antonio Abate. La questua, cominciata di primo mattino, termina con il triplice giro attorno al tradizionale falò “sacro” acceso in onore del santo eremita.
La festa è una delle manifestazioni di apertura del ciclo carnevalesco e coincide con il periodo dell’uccisione dei maiali: un antico rito che coinvolgeva tutta la famiglia contadina, divisa nelle attività di preparazione, uccisione, ripulitura e sezionamento dell’animale. Non a caso, in un verso della canzone collese i questuanti chiedono “daccə na chieca də savəciccia” riferendosi ai “pezzi ripiegati” di salsicce appese su bastoni nelle case in attesa di essiccazione.
Particolari aspetti della festa
Nel 1999 uno dei gruppi di questuanti, per intercessione della parrocchia locale, si è sottoposto alla giurisdizione del codice del diritto canonico costituendosi in Confraternita di Sant’Antonio Abate. Un anno dopo l’ottenimento della nomina, la Confraternita è stata accolta, in occasione del Giubileo, dal papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma una prima volta, e in una seconda occasione nel 2003.
Attualmente, tra le attività svolte dalla Confraternita, vi è quella di “esportare” la tradizione ai compaesani emigrati in America, in particolare alla comunità collese di Philadelphia.
Le forti emigrazioni degli anni ’50-’60, che hanno portato alla riproduzione di comunità collesi all’estero, hanno avuto un’importante influenza anche sulla festa stessa: il rito subì in quegli anni una brusca interruzione, per poi essere recuperato successivamente nei primi anni ’70 da un gruppo di questuanti che, per questo merito, è oggi riconosciuto come ‘gruppo storico di sant’Antonio Abate’.
Dal 2006 un’associazione socioculturale locale si occupa della gestione dell’evento: da allora viene allestita una tensostruttura per ospitare le famiglie, riparandole dal freddo invernale, in cui avviene un’esecuzione finale delle bande questuanti su un palcoscenico allestito ad hoc. Inoltre, viene ampliata la cornice festiva, che si protrae per più giorni offrendo spettacoli d’intrattenimento vari e dando, in questo modo, la possibilità anche a visitatori esterni di godere del rito di tradizione collese.
Approfondimenti bibliografici
Ranieri Tomeo E. (2021), “Lineamenti storico-etnografici della festa di Sant’Antonio Abate a Colli a Volturno” in Saperi territorializzati: una raccolta di studi brevi sull’Alta Valle del Volturno, autoproduzioni CISAV.
Caccia A., Gioielli M. (1997), “Tradizioni musicali per il Sant’Antonio Abate nella valle dell’alto Volturno” in Utriculus, n. 21 (gen./mar.).
Iacovelli G., Ranieri Tomeo E. (2021), “Da una discussione collettiva sul Sant’Antonio Abate di Colli a Volturno. Lineamenti storico-etnografici di un rito carnevalesco” in Saperi territorializzati: studi critici sul margine e i suoi patrimoni, autoproduzioni CISAV.
Dove e Quando
- 86073 Colli a Volturno IS (evento esteso su tutto il Comune)
- 16 gennaio
Info
- Associazione Socio Culturale "Forza Giovane"
- Via IV Novembre, 86073 Colli a Volturno IS
Foto
Video
La festa di Sant’Antonio Abate di Colli a Volturno nei servizi di Telemolise (rubrica “Viaggio in Molise”, puntate 4530, 4531, 4544, anno 2017; puntata 3604 e 3606, anno 2016; puntate 1055, anno 2013, e TG Molise, 18/01/2013, 18/01/2016 e 18/01/2017).
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